L’aveva previsto l’ultima riforma del codice della strada, la legge 120 del 2010: “la validità della patente è confermata dal competente ufficio centrale del dipartimento per i trasporti, che trasmette per posta al titolare della patente di guida un duplicato della patente medesima con l’indicazione del nuovo termine di validità”.
Insomma, basta con i tagliandi da attaccare sul retro, che diventano illeggibili dopo poco e che (succede) traggono in inganno il titolare sulla data entro cui fare il rinnovo successivo: a ogni rinnovo una nuova patente (tipo card) con la nuova scadenza (e una nuova foto più coerente con la reale età del titolare). Come le carte di credito. Una roba da paese normale.
Però le leggi, si sa, devono essere applicate. E qui, tipicamente, casca l’asino. Cioè lo stato. La stessa legge 120, infatti, rinviava l’applicazione della norma a un successivo decreto ministeriale che avrebbe dovuto essere emanato entro i successivi sei mesi, cioè entro il 12 febbraio 2011. In Italia, però, i termini non sono mai perentori. Sicché il 12 febbraio 2011 è passato senza che il decreto attuativo vedesse la luce. Oggi, a quasi tre anni dalla pubblicazione della legge 120 sulla Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 29 luglio 2010, la norma finalmente sta per uscire dal tunnel della burocrazia.
Il decreto ministeriale, infatti, è stato scritto ed è all’esame della conferenza stato-regioni. Il provvedimento precisa la procedura da adottare in sede di rinnovo della patente: dopo la visita medica il medico dovrà trasmettere alla motorizzazione, a Roma, i dati, la foto e la firma del titolare. Il sistema genererà una ricevuta che il medico stamperà in carta semplice e consegnerà subito all’interessato. La ricevuta, come ora, consentirà al titolare della patente di guidare (ma solo in Italia) fino al momento in cui arriverà la nuova patente. Quando? Entro, dice il decreto, sessanta giorni (figuriamoci se in Italia le cose si fanno in tempi adeguati ai tempi, mi si perdoni il bisticcio di parole).
Tutto bene, dunque? Macchè. Entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto dovrà essere adottato un ulteriore decreto per definire in modo completo e più dettagliato tutte le procedure operative. E ovviamente il termine dei trenta giorni non è perentorio…
